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Piante grasse….commestibili

Tutti conosciamo le piante grasse (cactacee e succulente) perché decorative, belle e con poche esigenze, ma negli ultimi anni, se ne sta riscoprendo anche il loro valore nutrizionale. Alla luce dei cambiamenti climatici che si stanno verificando, con aumenti importanti della temperatura, le piante grasse sono viste come le “coltivazioni del futuro” in campo alimentare. Quelle commestibili sono molte e le ridotte esigenze di crescita (esposizione al sole, piccole quantità di terreno drenante e non particolarmente ricco) le rendono facilmente adattabili agli ambienti siccitosi sempre più presenti sul nostro Pianeta.

 

L’uso di cactacee e succulente come cibo lo dobbiamo alle popolazioni che vivevano nei villaggi proprio a ridosso delle zone desertiche. Infatti, non solo hanno un sapore gradevole, ma sono anche fonte di molecole importanti per la salute e rappresentano una grossa riserva di acqua.

 

Delle piante grasse si può mangiare praticamente tutto:

 

- frutti: sicuramente i più conosciuti sono i fichi d’India (Opuntia indica) o i frutti del drago (Hylocereus undatus), ma anche altri, come il frutto del saguaro (Carnegiea gigantea), molto consumato in altre parti del mondo;

 

- fiori: i Cabuches delle regioni messicane, sono i fiori di Ferocactus histrix, vengono raccolti in primavera ed utilizzati per insalate, sughi e zuppe;

 

- pale (o cladodi) e fusti: privati della parte esterna con le spine, vengono bolliti e utilizzati per piatti tipici (ad esempio, la parmigiana di fichi d’India che si prepara nell’isola di Ponza oppure i fusti di Ferocactus wislizenii, che vengono lessati e serviti con carne e fagioli), liquori (come con l’Agave tequilana, dalle cui foglie si estrae un gel che rappresenta la materia prima per la preparazione della tequila), insalate e minestre (come la Portulaca oleracea, pianta che cresce spontanea anche in Italia). Non dimentichiamo l’Aloe, che ha veramente tanti usi, alimentari e non, in base a come viene somministrata.

 

Il valore nutrizionale delle piante grasse è assicurato dalla ricchezza di vitamine (A, B1, B2, B3, B6, C, folati), minerali (calcio, fosforo, potassio, sodio), antiossidanti (vitamina C, carotenoidi, polifenoli, flavonoidi, betalaine) e fibre (soprattutto solubili); esse, quindi, non solo contribuiscono al fabbisogno giornaliero di questi microelementi, ma regolarizzano il transito intestinale, modulano l’assorbimento degli zuccheri e l’accumulo del colesterolo e sostengono il senso di sazietà.

 

Molti chef hanno inserito, tra le loro specialità, piatti che contengono piante grasse come componente principale o come “quel tocco in più” che li rende speciali.

 

Perché non provi anche tu?

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